La voce dei protagonisti dopo il ritorno della Virtus Ragusa in Serie B. “Senza un grande team, dentro e fuori dal campo, non si vincono i campionati”.
“Abbiamo fatto un ottimo campionato, con entusiasmo e spirito di sacrificio”. Qualche minuto dopo la fine della serie con Pesaro, che ha sancito il ritorno della Virtus fra i grandi, la presidente Sabrina Sabbatini ha analizzato la splendida cavalcata dei suoi giocatori: “Ci siamo stretti attorno a questi ragazzi, e il risultato s’è visto. Grosso merito anche allo staff, per aver aiutato la squadra, e ai ragazzi del marketing per essere riusciti a riempire il palazzetto. Il loro entusiasmo ha creato un effetto domino e anche oggi (ieri, ndr) ci siamo goduti una bellissima partita in un palazzetto gremito di persone, che hanno urlato e cantato per noi. E’ il primo obiettivo che volevamo raggiungere: riportare entusiasmo attorno a questo bellissimo sport”
Con la poca voce che gli è rimasta in corpo dopo la vittoria in gara-3 su Pesaro, coach Gianni Recupido ha provato a tracciare il bilancio di una stagione lunga ed esaltante: “E’ stata un’annata complicatissima ma stupenda – dice l’ellantore della Virtus -. Credo che vincere con la Virtus e a Ragusa sia una delle più grandi soddisfazioni della mia vita, dato che sono cresciuto qua. E’ un sogno che mi porto dietro da tanto tempo. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato: non solo i ragazzi e lo staff tecnico che sono i più esposti, ma anche la gente che è rimasta a lavorare dietro le quinte, a cominciare dalla dirigenza, lo staff medico, i fisioterapisti. Si è creato un gruppo di lavoro fantastico e grazie al sostegno di tutti quanti siamo riusciti a coronare una vittoria difficilissima. Tutti i sacrifici sono stati premiati”.
“Ho visto la squadra crescere tanto nel corso della stagione – aggiunge il coach -. All’inizio, anche se ci eravamo detti di avere delle ambizioni, non ero così sicuro di farcela. Durante l’anno abbiamo superato le difficoltà. Abbiamo giocato a lungo senza Vavoli e Calvi, abbiamo dovuto sopportare le assenze di Brown e Sorrentino, significa che c’era dietro un gruppo capace di sostenerle. Non si vince un campionato se non trovi affiatamento dentro e fuori dal campo”.